I disturbi del comportamento alimentare
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono più diffusi di quanto si pensi. Essendo un problema grave, difficilmente chi ne soffre lo espone alle persone che lo circondano. Tuttavia, ci sono dei segnali fisici e comportamentali evidenti.
I regimi alimentari sregolati e restrittivi dipici di un disordine alimentare, spesso sfociano in problemi di ciclo mestruale e di fertilità: oligomenorrea (irregolarità del ciclo mestruale) e amenorrea (interruzione del ciclo mestruale) sono diffuse tra le donne che soffrono di anoressia. Bassi livelli di grasso corporeo, basso apporto calorico e di calcio, allenamento intenso e stress possono portare a un assottigliamento delle ossa, fratture da stress e altre lesioni, oltre che a osteoporosi precoce. Nelle donne che soffrono di bulimia, invece, il vomito ripetuto e l'uso di lassativi possono portare a dolore gastroesofageo, erosione dello smalto e alla formazione di carie.
Soffri di disturbi alimentari?
Il questionario riportato sotto non ha lo scopo di diagnosticare un DCA e non può sostituire una diagnosi completa da parte di uno specialista, ma se rispondete SI a sei o più domande potreste essere a rischio di sviluppare disordini alimentari:
- Contate le calorie di tutto quello che mangiate?
- Pensate al cibo nella maggior parte del tempo?
- Vi preoccupate di ingrassare?
- Vi preoccupate della vostra forma fisica o non siete soddisfatte?
- Seguite una dieta troppo rigida?
- Vi sentite in colpa durante o dopo i pasti?
- Pensate che il peso sia una parte importante della vostra vita che potete controllare?
- I vostri amici e famigliari sostengono che siate magre, mentre voi vi vedete grasse?
- L'allenamento ha il solo scopo di smaltire le calorie in eccesso?
- Il vostro peso oscilla molto?
- Vi capita mai di provocarvi vomito dopo aver mangiato?
- Vi siete isolate da famiglia e amici?
- Evitate alcuni cibi, anche se vorreste mangiarli?
- Vi sentite stressate o in colpa se dovete sospendere la vostra dieta o il vostro allenamento?
- Vi capita spesso di rifiutare inviti a cena ed evitare occasioni sociali in cui è presente del cibo, per timore che il pasto sia troppo calorico?
Come si può notare dalle domande del questionario, c'è una linea molto sottile tra l'attenzione ai dettagli e un comportamento alimentare ossessivo. La necessità di essere magre o di ottenere performance migliori, porta alcune atlete a sviluppare comportamenti alimentari che non solo mettono a rischio la loro performance, ma anche il loro stato di salute.
I disturbi alimentari rappresentano gli estremi di un continuum di comportamenti alimentari. Un disturbo alimentare viene definito come un modello distorto di pensiero e di comportamento nei confronti del cibo. Il soggetto coinvolto si preoccupa eccessivamente del cibo, sviluppa un'ossessione nei confronti dell'atto del mangiare e ne perde il controllo. I disturbi alimentari clinici come l'anoressia, la bulimia e l'alimentazione incontrollata sono stati definiti da criteri ufficiali e specifici da parte dell'American Psychiatric Association (APA). L' anoressia nervosa è la forma estrema del comportamento alimentare di privazione, in cui il soggetto continua a limitare il cibo e a vedersi grasso pur avendo un peso corporea di gran lunga inferiore allo standard. La bulimia indica un ciclo di restrizione alimentare seguito da abbuffate e da vomito autoindotto. Il soggetto che soffre, invece, di alimentazione incontrollata, ha un desiderio psicologico di cibo che si traduce in assunzioni smodate di alimenti. Molte persone non rientrano in queste categorie cliniche, ma hanno disordini meno gravi, che si manifestano in un'alimentazione sregolata.
Come andrebbe trattata una persona che soffre di DCA?
Affrontare una persona con questi disturbi richiede grande tatto, pazienza e sensibilità. La negazione è una forte arma di difesa per il soggetto che non sta bene. Inoltre, potrebbe sentirsi in imbarazzo e percepire una minaccia in voi, quindi è fondamentale evitare di parlare del suo modo di mangiare o dei suoi sintomi fisici evidenti. Se il soggetto dovesse ammettere di avere un problema, indirizzatelo verso figure professionali specializzate in grado di aiutarlo, evitando di farlo voi direttamente, perchè, nonostante le buone intenzioni, potreste fare più danni che bene. L'approccio a questo tipo di disturbi deve essere multidisciplinare, coinvolgendo medici, psicologi e nutrizionisti.
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